Page 110 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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uccellino, pizzica e basta. Comunque guarda quanto è bella.
Appena ricomincia ad uscire farà strage di cuori. Sta sempre a
chiacchierare con le amiche. Non che stia a sentire, ma mi sa
tanto che qualche filarino c’è…».
Martina protestò, agitando le braccia. La nonna fece il segno
di chi si arrende, salutò tutti e se ne andò a dormire, non prima
di averle ricordato che era tardi, che doveva spegnere la luce
al più presto, perché la mattina c’era la lezione da seguire
online, e doveva essere puntuale.
Rimaste di nuovo sole, madre e figlia provarono a guardarsi
negli occhi, senza più giocare.
«Sto bene – disse la mamma – qui non è così grave come può
sembrare dall’esterno. Mi dispiace tantissimo di lasciarti da
sola. È l’unico pensiero che ho, quando sono in corsia. Non è
vero, che al primo posto c’è il lavoro. È che mi sento di dover
rispondere al mio dovere. So che posso contribuire a salvare
delle vite. Non mi sentirei in pace con la mia coscienza, se mi
nascondessi».
Martina sospirò: «Lo so, lo so. E non volevo dire quelle cose
brutte, mi dispiace di aver citato papà…».
«No, no, non preoccuparti. Capisco tutto. Capisco anche che è
difficile, parlarsi a distanza, vedersi così poco, e soltanto la
sera, quando entrambe siamo stanche».
«Quanti sono mancati, oggi?».
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