Page 135 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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una ragione. Per assurdo, trovava ancora più crudele il destino
          dei  preziosi  compagni  di  viaggio  dei  tanti  anziani  che
          morivano.  Se  l’eredità  comprendeva  anche  qualche  essere
          vivente, come un vecchio gatto o un cagnolino ormai imbian-
          cato dal tempo, nessuno degli eredi si faceva avanti per accog-
          lierlo. Prendevano le case, prendevano i depositi bancari. Non
          avevano alcuna pietà per quegli occhi stanchi, per il dolore di

          quelle  creaturine  costrette  a  separarsi  dai  propri  «umani»,
          dopo anni di fedeltà e di condivisione. Finivano immediata-
          mente  in  canile,  tutti,  quando  non  venivano  abbandonati  in
          mezzo alla strada. E proprio per questo, Elvira si era imme-
          diatamente preoccupata del suo Fred. Perché sapeva bene che
          era l’unico a volerle veramente bene, a non poter fare a meno

          di lei.
          Più  i  giorni  passavano,  più  il  tono  di  voce  della  nuora  si
          faceva inquieto. «Ancora niente?». «Macché».

          Elvira aveva un po’ di tosse, ma respirava bene. Non era stato
          necessario procedere con ventilatori o altro. E nonostante la

          positività, sembrava non risentire troppo del Covid-19. Aveva
          visto  andare  via  i  due  nonnini  della  stanza  accanto.  Non
          avevano retto.

          Aveva visto i familiari di quei due nonnini nascondere sotto
          lacrime di circostanza veri e propri lampi di gioia.

          «Eh sì – rifletteva, ad alta voce – chi viene a curarsi qui, ha
          tanti, tanti soldi. E la corte pretende la sua parte. Lo spettacolo


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