Page 118 - Lezioni di Mitologia;
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l'estremità, e parea sopra un cavallo correre Yelo-
cemente. Una cortina di velo tessuto dagli Assirii
e tinto dai Fenici! (dono d'Antioco Epifane) si esten-
deva dalla sommità fino al suolo. Sarebbe lungo
annoverare gli splendidi doni di ogni nazione che
accresceano la maestà di questo tempio misurato
dalla statua e dal trono di Giove. Basterà dirne
che dagli antichi, nel loro entusiasmo, questo edi-
fizio fu chiamato Cielo.
Udite da Ovidio, nell'insigne traduzione delFAn-
guillara, d' Io infehce le vicende.
G La vide un dì partir dal patrio speco
Giove, e disse ver lei con caldo affetto:
ben degna di me, chi fìa, che teco
Vorrai bear nel tuo felice letto?
Deh! vieni, o ninfa, fra quest'ombre meco
Che fian oggi per noi dolce ricetto.
Mentre alto è il Sol, che '1 suo torrido raggio
Non fesse a tal beltà noia ed oltrasrofio.
E se qualche animai nocivo e strano
Temi, che non t'offenda o ti spaventa.
Non temer, che quel dio vero e soprano,
Ch'ha lo scettro del ciel, mai gliel consenta
Quel dio, che con la sua sicura mano
Il tremendo dal ciel folgore avventa.
Non fuggir, ninfa, a me, che son quell'io
Del ciel signore, e folgorante dio.