Page 119 - Lezioni di Mitologia;
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          Fugge la bella ninfa,   e non ascolta;
             Ma Giove che d'averla era disposto,
             Fé' nascer una nebbia oscura e folta,
             Che con la ninfa   il tenesse nascosto;
             Qui  lei fermata ed  ai suoi preghi volta,
             Non pensa di partirsi così tosto,
             Ma seco quel piacer   sì grato prende.
             Che quel ch'ama e l'ottien beato rende.


          Gli occhi intanto Giunon chinando a terra,
             Vide la spessa nebbia in quel contorno,
             E che poco terren ricopre e serra,
             E ch'in ogni parlar è chiaro    il giorno.
             Vedendo che né    i fiumi nò la terra
             L'han generata, riguardando intorno.
             Del marito ha timor, che in    ciel non vede,
             E conosce  i suoi furti e la sua fede.

          Noi ritrovando in   cielo, è più che certa,
             Che sian contro   di sé fraudi ed offese:
             Discende in terra, e quella nube aperta,
             Non se le  fé' quel che credea palese.
             Giove, che tal venuta avea scoperta,
             Fé' che la donna un'altra forma prese,
             E  fé' la violata ninfa bella

             Una matura e candida vitella.

          Poi fìnse per diporto e per ristoro.
             Andar godendo    il bel luogo, ov'egli era;
             Giunon con gelosia, con gran martore.
             La giovenca mirò sdegnata e altiera;
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