Page 37 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DEI TEMPI PRIMITIVI DELLA GREGIA.  27
    l’avevan seguito, fondò una  città che  dal suo nome chiamo
    Cadmea, e fu quella chedoventò più tardi la cittadella di Tebe.
    Introdusse nella Beozia parecchi elementi di civiltà, e le fece  il
    dono inestimabilmente prezioso della scrittura che per  l’ innanzi
    non era punto usata dai Greci. Dapprima  i caratteri erano pre-
    cisamente  uguali  a  quelli  usati  dai  Fenici  anche  al tempo
    d’ Erodoto  : poi coll’ andar del tempo furon modificati alquanto,
    ma poiché quelle lettere le avevano introdotte fra  i Greci  i Fe-
    nici, quelli, come V equità richiedeva  seguitarono a chiamarle
    lettere fenicie.
      Fra  i successori di Cadmo si nomina Labdaco, Licoe An-
    fione che colla dolcezza della sua eloquenza seppe persuadere  i
    Tebani a meglio provveder di difesa la loro città. Da ciò proba-
    bilmente ebbe origine la favola che le mura tebane si  fossero
    edificate per un ammassamento spontaneo delle pietre accorrenti
    al grato suono della lira anfionea.
      Ricuperò poi il regno avito Laio figliolo di Labdaco, da cui
    comincia una  storia  lacrimosa e orribile, benché sopraccari-
    cata del solito favoloso. Essendo stato Laio avvertito dall’oracolo
    che lo avrebbe ucciso  il figliolo del quale era gravida Giocasta
    sua moglie , ordinò eh’ e’ fosse esposto sul monte Citerone appena
    che fosse nato. E cosi fu fatto. Lo trovarono però dei pastori di
    l’olibo re di Corinto e lo portarono a lui. Gli fu dato il nome di
    Edipo e fatto educare dal re come se fosse suo proprio figliolo.
    Ma ad onta di questo amorevole trattamento, come fu cresciuto
    in età si sentiva Edipo rinfacciare, a volte, l’oscurità dei na-
    tali  ; il che lo spinse ad andare a Delfo e domandare all’ oracolo
    chi fosse il vero suo padre. N’ ebbe solo in risposta che cercasse
    di star lontano dalla sua patria  ; perché se no , avrebbe ucciso
    suo padre e sposata sua madre. E lui deliberò d’ allontanarsi più
    che potesse da Corinto che considerava come sua patria e si di-
    resse verso la Beozia e la Focide. Arrivato in un luogo stretto
    dove le strade che conducono in quei due paesi si biforcano, in-
    contrò un vecchio che veniva su un carro tirato da mule. Per
    l’insolenza d’uno del seguito di quel vecchio, nacque lite a pro-
    posito di dare il passo  : la lite s’ inaspri, e, nel subbuglio, Edipo
    uccise  il vecchio. Quello che moriva era Laio, padre sconosciuto
    dell’ uccisore  ; e cosi si compiva la predizione fatale.
      • iàjntp xaì to ' (fixatcv tftpt, Erod. V, 68.
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